Licensync in risposta a Podnews

Comunicato stampa

Roma 20 dicembre 2024, In riferimento all’articolo pubblicato da Podnews il 16 dicembre 2024, intitolato $1,000 for listing a podcast: examining Licensync“, Licensync desidera chiarire la propria posizione e fornire informazioni accurate sulla propria attività.

L’articolo risulta impreciso e fuorviante, Licensync è un’Organismo di Gestione Collettiva, senza scopo di lucro, dedicato alla tutela dei diritti d’autore dei creatori di contenuti digitali. Il titolo stesso contiene un’informazione errata e strumentale. La tariffa indicata è inesistente, la frase è quindi priva di fondamento. La licenza Licensync è un documento pubblico, disponibile sul sito e non materiale riservato come affermato. La nostra missione è garantire un’adeguata remunerazione per lo sfruttamento online delle opere digitali.

Podnews non ha mai ricevuto alcuna richiesta da parte di Licensync, scegliendo autonomamente di contattare l’Associazione. Tuttavia, fin dalle prime comunicazioni, i toni utilizzati si sono rivelati offensivi con accuse di adozione da parte dell’Organismo di schemi disonesti e in cattiva fede.

Licensync fatica a comprendere il ruolo e la posizione di Podnews in questa vicenda, quali specifiche richieste vengano contestate all’Organismo, ma soprattutto per conto di chi. L’autore dell’articolo parla in qualità di operatore di una directory, editore, titolare di un testata web multicontenuto, titolare di una app per l’ascolto di podcast o difensore di hosting e distributori digitali in generale? Questa ambiguità non solo è equivoca, ma alimenta sospetti sulla natura e sugli obiettivi di tali accuse, che riteniamo infondate e pregiudizievoli.

Precisiamo che Assipod e Podstar, citati nell’articolo, non sono membri di Licensync. Abbiamo collaborato in diverse iniziative pubbliche, tra cui il Festival del Podcasting, ampiamente documentate online, per presentare la nostra missione e il nostro modello operativo. Tali relazioni professionali non implicano né autorizzano alcuna affiliazione o rappresentanza reciproca.

Una parte significativa dell’attività di Licensync riguarda il dialogo con piattaforme operanti in Italia ma con sedi legali extra-europee. Sin dal 2023, Licensync ha cercato di avviare negoziazioni per regolamentare l’utilizzo delle opere degli iscritti. Tali iniziative si scontrano frequentemente con strategie di diffamazione o tentativi di contatto diretto dei membri, finalizzati anche a ottenere lo sfruttamento gratuito delle opere, talvolta in modo perpetuo e senza alcuna remunerazione per i creatori. Tali comportamenti sono inaccettabili e dannosi per l’ecosistema digitale nel suo complesso.

Constatiamo con rammarico come persistano stereotipi obsoleti, utilizzati con superficialità e scarsa consapevolezza. Il podcast citato nell’articolo, di genere true crime, analizza il crimine organizzato transnazionale e non ha alcun legame con la mafia siciliana. Questo riferimento generico e inaccurato non solo alimenta narrazioni dannose e anacronistiche, ma evidenzia anche un evidente deficit di approfondimento da parte dell’autore. Tale approssimazione, quasi intimidatoria, compromette la qualità del dibattito e danneggia il contesto generale in cui operiamo.

Licensync ribadisce con forza il proprio impegno per la trasparenza, per il rispetto delle normative sul diritto d’autore e per favorire dialoghi costruttivi e comprensione accurata delle regole che governano il settore, con tutte le parti interessate a promuovere un ecosistema digitale equo e sostenibile.

 

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